Socio si, ma di cosa?
Il primo corso di formazione dedicato ai soci dell'Ente Cassa di Faetano (2014/2015)
Socio si, ma di cosa? from FONDAZIONE ECF on Vimeo.
Avviato nel 2014 il percorso di formazione Socio si, ma di cosa? intende approfondire la storia, l'identità ed il ruolo dell'Ente Cassa di Faetano nella società e nel territorio sammarinesi.
Mai come in questo momento storico si stanno mettendo in discussione tantissimi aspetti della vita sociale ed economica del nostro paese, e non solo. Questo fatto chiede a tutti i membri dell'Ente Cassa di Faetano una sempre maggior consapevolezza del ruolo dell'Ente nel Paese e del proprio ruolo all'interno dell'Ente stesso.
Per aiutarci in questa avventura l'Ente ha organizzato a Villa Manzoni quattro appuntamenti con personalità di rilievo.
>> Gli atti del corso saranno disponibili a breve in questa pagina.
13 novembre 2014
Franco Nembrini, professore di lettere e Rettore del Centro scolastico La traccia di Bergamo.

Franco Nembrini ha ripercorso la storia della civiltà occidentale sottolineando la differenza tra la visione dell'uomo medievale e quella dell'uomo moderno. La civiltà medievale era caratterizzata da una visione unitaria che nasceva dall'esperienza cristiana, ben espressa dalla cultura benedettina. "Non é un caso - ha ricordato Nembrini - che nel nostro linguaggio “artigiano” e “artista“ abbiano la stessa radice, perché noi siamo benedettini, siamo eredi di quella visione, per noi fare una sedia è un’opera d’arte. Per partecipare alla creazione deve esser bella, per un falegname fare una sedia deve essere un’opera d’arte. Gli scultori che facevano delle statue bellissime e le mettevano sul duomo di Milano, dove non le avrebbe mai viste nessuno, per cosa le facevano? Anche fare le pulizie per mia mamma era partecipare in qualche modo di questo ordine, di questa bellezza che Dio aveva impresso nel creato".
30 gennaio 2015
Andrea Simoncini, Ordinario di Diritto Costituzionale presso l'Università degli Studi di Firenze

Andrea Simoncini ha ricordato come tra l’800 ed il ‘900 sono nate tantissime forme di cooperazione - da quella bancarie a quella caritativa - favorite da una diffusa cultura dell’aiuto reciproco maturata in ambito cattolico e non: la comunità era abituata a rimboccarsi le maniche e tentare di risolvere direttamente i propri problemi, atteggiamento che nel tempo si è perso a favore di una sempre maggior ricerca dello Stato, che lentamente si è imposto come protagonista.
"Un'istituzione civile come l'Ente Cassa di Faetano attraverso la sua stessa esistenza tramanda una visione solidaristica della vita e della società che ormai - in un mondo segnato sempre più da individualismo e ricerca disperata del profitto - rischia di scomparire”.
20 marzo 2015
Antonio Magliulo, ordinario di Storia del Pensiero Economico presso l'Università Studi Internazionali di Roma

Al centro della riflessione l'evoluzione dell'idea di bene comune attraverso i secoli. Grande spazio è stato riservato all'approfondimento del principio di sussidiarietà, promosso dalla Dottrina Sociale della Chiesa, secondo il quale il bene comune lo si costruisce sostenendo la creatività della società civile, valorizzando quello che di buono succede in essa. Magliulo ha inoltre ricordato come il bene comune possa fiorire solo da un risveglio della dimensione “relazionale” della vita e della società, una visione in cui l’altro non è un nemico da cui proteggersi, ma un possibile collaboratore di questo grande cantiere sempre aperto.
"Nell'idea di mutualità allargata e di democrazia praticata c’è anche il messaggio della Caritas in Veritate di Benedetto XVI, che invita a vivere relazioni autenticamente umane anche nella sfera economica Noi sappiamo che il nostro benessere, anche materiale, dipende molto dal modo con cui viviamo le relazioni nei luoghi di lavoro. La relazione umana ha un valore in sé."
11 maggio 2015
Alessandra Smerilli, docente di Economia politica presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium e di Economia della cooperazione.

Suor Alessandra Smerilli ha concluso il percorso con un approfondimento sulle caratteristiche delle Organizzazioni a motivazione ideale, ovvero quelle organizzazioni come l’Ente nelle quali il movente ispiratore non è primariamente il profitto ma appunto un movente ideale, una missione o una vocazione che nasce dalle motivazioni intrinseche dei suoi promotori. Il principale obiettivo di queste organizzazioni è quello di evolversi e crescere senza perdere la propria identità, a cui è legata la loro stessa sopravvivenza nel medio e nel lungo periodo.
“Per fare questo - ha sottolineato Suor Alessandra - l’importante non è dare le stesse risposte dei fondatori, ma farsi le stesse domande”.